Dovrebbe essere semplice: vi viene diagnosticata la celiachia o la sensibilità al glutine non celiaca, si elimina il glutine, fine del problema! Ricominciate a sentirvi nuovamente bene e senza sintomi persistenti.

Purtroppo, spesso non è così facile. Studi e prove aneddotiche indicano che una percentuale abbastanza alta di persone con celiachia e sensibilità al glutine (non è chiaro quanto sia alta, ma forse più della metà) continua ad avere sintomi anche se è convinta di seguire una dieta rigorosamente priva di glutine.

Questo può essere incredibilmente scoraggiante, e spesso porta le persone a credere di essere diventate intolleranti a numerosi altri alimenti (la soia di solito è in cima alla lista, con il mais e altri cereali subito dietro). Almeno uno studio condotto su pazienti celiaci dimostra che la maggior parte di essi soffre realmente degli effetti dell’ingestione di glutine, e non di “intolleranze aggiuntive” ad altri alimenti, o di qualche altro problema.

Perché è così difficile privarsi in maniera totale del glutine?

Il glutine è ovunque, e per le persone affette da celiachia e da sensibilità al glutine che reagiscono a quantità anche molto piccole di questa proteina, può essere quasi impossibile da evitare. Può nascondersi in posti inaspettati, come ad esempio nei farmaci su prescrizione o le carni gourmet. Può anche apparire in tracce in alimenti che in base alla lista degli ingredienti dovrebbero essere privi di glutine.

In molti casi, paradossalmente, i prodotti “senza glutine” a base di cereali sono quelli più sospetti. Ad esempio, uno studio del 2010 sul glutine nei cereali “senza glutine” ha rilevato una contaminazione crociata da glutine in quantità che vanno da appena rilevabili (circa 5 parti per milione) a quasi 3000 parti per milione (sufficienti a causare una scorpacciata di glutine epica).

Gli esperti di celiachia affermano che aiutare i pazienti con sintomi in corso nonostante un’attenta dieta senza glutine è una delle principali priorità. Nel 2011 è stato riferito che un farmaco progettato per mitigare gli effetti della contaminazione crociata sarebbe un’enorme manna dal cielo per i pazienti celiaci con sintomi in corso.

Quante persone sono colpite da sintomi persistenti?

Questo non è chiaro, anche se ci sono alcune indicazioni nella letteratura medica sulle persone affette da celiachia. Non ci sono studi sulla sensibilità al glutine, ma l’evidenza aneddotica indica che molti di coloro che soffrono di questa condizione soffrono anche di sintomi persistenti.

In uno studio del 2003, i ricercatori hanno coinvolto un gruppo di celiaci adulti che seguivano una dieta priva di glutine dagli otto ai dodici anni. È stato osservato che i soggetti affetti da celiachia hanno riportato “sintomi gastrointestinali significativamente più numerosi rispetto alla popolazione normale, tra cui indigestione, diarrea, costipazione, dolori addominali e reflusso”.

Circa il 60% dei celiaci che hanno partecipato allo studio ha manifestato sintomi frequenti, rispetto al 29% della popolazione senza patologia, e le donne tendevano a stare peggio degli uomini.

Un altro studio sui “sintomi di tipo intestinale irritabile” in persone a cui era stata diagnosticata la celiachia un anno prima o più in là, ha rilevato che oltre il 23% soffriva di sintomi intestinali persistenti abbastanza gravi da soddisfare i criteri per la sindrome dell’intestino irritabile (SII), e la maggior parte ha cercato aiuto per eliminare gli stessi sintomi. Lo studio ha anche rilevato che i soggetti con sintomi IBS erano perlopiù di sesso femminile e propensi a sgarrare occasionalmente la dieta senza glutine.

Nel medesimo studio, le persone con sintomi della SII avevano anche maggiori probabilità di avere un “disturbo mentale”, come determinato da un questionario che cercava segni di ansia e depressione. Va notato che molto spesso persone affette da celiachia riferiscono di sintomi di ansia e depressione quando ingeriscono piccole quantità di glutine.

Un altro studio ha esaminato 112 pazienti di un ospedale di Londra con celiachia non reattiva (12 dei quali sono risultati non affetti da celiachia alla fine dei test). Delle 100 persone rimanenti, lo studio ha scoperto che il 45% dei soggetti “non seguiva adeguatamente e rigorosamente la dieta senza glutine”. Poco più della metà di essi lo faceva inavvertitamente, mentre gli altri con l’intenzione di sgarrare.

Infine, uno studio non pubblicato e presentato in occasione di un incontro medico del 2012, ha rilevato che una “grande” (ma non specificata) percentuale di celiaci diagnosticati continua a manifestare sintomi nonostante il rispetto rigoroso di una dieta priva di glutine.

I sintomi elencati dai soggetti dello studio non sono altro che quelli tipici della celiachia: flatulenza, dolori addominali, stanchezza, gonfiore, diarrea, costipazione, nausea, annebbiamento cerebrale, mal di testa ed eruzioni cutanee. E gli stessi sono anche tristemente frequenti: il 90% dei soggetti studiati ha riferito di avere sintomi almeno un giorno alla settimana, mentre il 44% ha invece affermato di aver sofferto di una serie di sintomi in un numero che va dai cinque ai dieci, sempre settimanalmente.

Cosa si può fare se si hanno ancora i sintomi?

Il primo passo dovrebbe essere quello di prendere in considerazione una visita dal medico per accertarsi di non aver subito una diagnosi errata. In uno degli studi sopra citati, l’11% delle persone con una diagnosi di celiachia e sintomi continui si è rivelato non avere affatto la celiachia!Altri possono avere sia la celiachia che un’altra condizione che di fatto è la causa sintomi continui. Tenete presente, però, che anche se non vi fosse stata correttamente diagnosticata la celiachia, potreste comunque soffrire di sensibilità al glutine. Il trattamento è lo stesso per entrambe le patologia: una dieta rigorosamente priva di glutine.

Se siete sicuri che il vostro problema sia il glutine, allora probabilmente dovrete rivedere la vostra dieta per verificarne l’effettiva assenza.

Se siete sicuri di non assumerne, date un’occhiata attenta agli alimenti e ai luoghi in cui li consumate. I pasti al ristorante, molti alimenti industriali (anche se sono etichettati come “senza glutine”) e un numero infinito di prodotti a base di cereali “senza glutine” potrebbero portarvi a ingerire più glutine di quanto il vostro corpo possa sopportare. Fate particolare attenzione ai livelli di controllo dei vostri prodotti senza glutine preferiti; potreste aver bisogno di mangiare solo prodotti certificati senza glutine o di evitare la maggior parte dei cereali, in quanto tendono ad essere spesso contaminati da glutine.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario verificare se si sta reagendo ad alimenti diversi dal glutine; è comune ad esempio che le persone affette da celiachia abbiano anche un’intolleranza al lattosio, e molte persone riferiscono reazioni anche alla soia e al mais, entrambi altamente allergenici di per sé. In molti casi, però, l’eliminazione delle tracce di glutine è una soluzione definitiva.

Se tutte queste verifiche falliscono, potreste dover considerare la possibilità di consultare un dietologo esperto di diete senza glutine. Un esperto in grado di individuare i problemi che potreste aver tralasciato, come ad esempio una contaminazione incrociata involontaria che risulta da una cucina condivisa, o dall’esposizione inconsapevole al lavoro.

Non fate l’errore di cominciare ad aver paura del cibo. Al giorno d’oggi è assolutamente possibile seguire una dieta varia e appagante capace di eliminare quasi completamente tutti i sintomi.