Se siete fumatori accaniti, potreste aver notato segni, come rughe premature, che la vostra pelle sta invecchiando in modo più marcato rispetto ai vostri coetanei che non fumano. I ricercatori hanno documentato gli effetti del fumo sull’invecchiamento della pelle e hanno persino coniato la frase “faccia da fumatore”. Allora, perché succede questo?

Il fumo e il vostro corpo

Gli effetti del tabacco sul cuore, sui polmoni e sulla durata complessiva della vita sono ben noti. Il fumo è stato descritto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come la più grande causa di malattie, disabilità e morte prevenibili a livello globale. Infatti, secondo studi su larga scala su donne e uomini, i fumatori a lungo termine vengono privati di ben dieci anni di vita. Il fumo di tabacco contiene più di 3.800 diversi componenti chimici, molti dei quali possono danneggiare direttamente i tessuti o interferire con i processi chimici necessari per mantenerli sani. Le stesse sostanze chimiche possono causare rughe e altri fenomeni di invecchiamento precoce della pelle.

Il fumo e la vostra pelle

Le rughe premature sono state documentate per la prima volta nei fumatori nei primi anni ’70, negli Annali di Medicina Interna.In uno studio su più di 1.100 soggetti  i ricercatori hanno osservato che la gravità delle rughe – dopo aver tenuto conto di fattori quali l’età e l’esposizione al sole – era più evidente nei fumatori di entrambi i sessi a partire dall’età di 30 anni. I fumatori di età compresa tra i 40 e i 49 anni avevano la stessa probabilità di avere rughe “prominenti” dei non fumatori che avevano 20 anni di più.

Una ricerca successiva pubblicata sull’American Journal of Public Health ha rilevato che le donne fumatrici hanno più probabilità di essere moderatamente o molto più rugose rispetto ai non fumatori della stessa età rispetto ai fumatori maschi.

Effetti del tabacco

Grazie a circa 4.000 costituenti chimici, il tabacco danneggia la pelle in vari modi, compromettendone l’elasticità, la consistenza, il colore e persino il trucco chimico. Queste lesioni lasciano la pelle più vulnerabile al cancro, come il carcinoma a cellule squamose e la psoriasi non cancerosa. Inoltre, è stato dimostrato che il fumo ostacola la guarigione delle ferite e addirittura peggiora le condizioni della pelle come l’eczema. Anche le persone esposte al fumo passivo sono maggiormente a rischio di questi problemi cutanei.

I fumatori hanno spesso anche una pelle giallastra o grigiastra, che viene definita “melanosi del fumatore”.

Secondo uno studio pubblicato nel 2009 il fumo accelera probabilmente il tasso di invecchiamento della pelle producendo una maggiore quantità di un enzima chiamato metalloproteinasi a matrice (MMP).Nella pelle sana, questo enzima scompone le fibre di collagene, in modo da poter formare nuovo collagene. Alcuni ricercatori hanno scoperto che le cellule della pelle esposte all’estratto di fumo di tabacco producono molto più enzima distruttivo. Inoltre, le cellule della pelle trattate con l’estratto generano il 40% di collagene fresco in meno.

Il collagene è stato chiamato l’impalcatura che sostiene lo strato esterno della pelle. Quando viene distrutto o ridotto, si formano delle rughe.

Si ipotizza che il danneggiamento dei piccoli vasi sanguigni vicino alla superficie della pelle possa contribuire a cambiare il colore del viso delle persone che fumano.

Volti futuri e campagne antifumo

Alcuni scienziati e sostenitori della salute pubblica ritengono che le avvertenze sugli effetti del tabacco sulla pelle sarebbero più efficaci delle statistiche sul fumo, sul cancro e sulle malattie cardiache. Questo approccio è stato provato da alcuni consigli scolastici nordamericani e uno studio del 2011 suggerisce che sono sulla strada giusta. Pubblicata sul British Journal of Health Psychology, la ricerca ha scoperto che quando alle giovani donne sono state mostrate foto di come sarebbero state dopo anni di fumo, i soggetti sono rimasti scioccati dagli effetti dell’invecchiamento della loro abitudine e hanno detto che avrebbero smesso.

Lo studio ha utilizzato il cosiddetto software “age-progression” sviluppato in collaborazione con l’Ontario Science Centre. Chiamato “Aprilage”, il programma utilizza dati di invecchiamento visivo compilati da migliaia di volti per modificare una fotografia, aggiungendo gli effetti di un’abitudine al fumo a lungo termine o del foto invecchiamento causato da anni di esposizione ai raggi ultravioletti al sole.